Una volta c’era qualcuno che giurava che aveva visto un asino volare e ora c’è qualcuno che intravede l’accorciamento dei tempi di pagamento.
L’assurdità è continuare a prendere l’UCB come l’ufficio responsabile dei ritardi, mentre dati alla mano dall’emissione della fattura l’ufficio paga in 30 giorni quindi in un tempo più che ragionevole.
Il problema è il vietare agli operatori l’emissione della fattura per dei mesi. E’ questo passaggio che porta ai ritardi ma nei colloqui ad alto livello questo non viene mai preso in esame: tutti addosso all’UCB.
Se a fine maggio verranno inviati all’UCB gennaio e febbraio questi saranno pagati a fine giugno quindi 150 o 120 giorni nulla di nuovo sotto il sole.
L’ennesima dimostrazione non solo del disinteresse del MIPAAF ma della totale mancanza di competenza e rispetto per la dignità e il lavoro degli operatori.
In tutto questo si staglia all’orizzonte la possibilità della chiusura di Roma a fine agosto.
Senza entrare nel merito delle varie posizioni solo la prospettiva di chiusura di Roma dovrebbe attivare il MIPAAF ma probabilmente nel vuoto pneumatico politico attuale tutto tace e il rischio di scivolare verso le vacanze nell’indifferenza è alto.
Del resto un sistema che in nome di una classificazione disastrosa, di cui nemmeno l’estensore MIPAAF ha saputo spiegare al TAR le basi tecniche, sono stati massacrati:
- l’ippodromo della Maura come montepremi e GP;
- l’ippodromo di Cesena come montepremi;
- non si sa se a Follonica si corra a giugno al trotto o al galoppo;
- non è ancora stato redatto il decreto per gli ippodromi che hanno chiesto correzioni;
- gli ippodromi aprono le porte alle corse senza nemmeno sapere le basi economiche del 2018;
Non bisogna stupirsi di nulla del resto se le scommesse calano, le risorse economiche per il 2019 calano, calano le entrate erariali è ovvio che l’attenzione del MIPAAF verso Capannelle cali come tutto il resto.
Redblack