PREMIO ELITLOPPET  Mt. 1609  € 600.000

1°  1   RINGOSTARR TREB   W. PAAL                     9.0
2°  3   PROPULSION              O. KIHLSTROM           9.1
3°  5   NADAL BROLINE         U. OHLSSON              9.4
4°  4  
DREAMMOKO             B. GOOP                       9.4
5°  2   LIONEL N. O.                G. ANTONSEN            9.5

La sessantasettesima edizione dell’Elitloppet parla italiano per merito di un grandissimo Ringostarr Treb. Nella finale priva dell’atteso Bold Eagle, persosi in una incommentabile prima batteria, l’allievo di Jerry Riordan con in sulky Wim Paal si afferma nettamente in 1.09, lo stesso tempo fatto segnare in finale lo scorso anno da Timoko.
L’assenza del fuoriclasse francese allenato da Sebastien Guarato non scalfisce minimamente l’impresa del figlio di Classic Photo e Farsalo Egral apparso padronissimo della situazione fin dal via.
Fa sfilare il veloce Pastore Rob, lo segue d’appresso quindi al termine della penultima curva si porta ai suoi fianchi dando l’impressione di poterne avere ragione a piacimento. E così è già all’imbocco dell’ultima curva. Ottimo il finale dell’avversario dichiarato Propulsion che avvicina ma non impensierisce il portacolori della Evam Racing Trotter.
Dopo Varenne e Exploit Caf tocca così a Ringostarr Treb l’onore di apporre il nome di un altro cavallo allevato e cresciuto in Italia nell’albo d’oro della classica svedese.

Fral

La trasparenza continua a non abitare al Mipaaf

Come sempre in ossequio alla trasparenza si susseguono gli “spifferi” dal Mipaaf su reintegro d’ippodromi e correzioni di decreti sbagliati.
Sulle voci di diversa allocazione di alcuni ippodromi quello che ci stupisce, e lo continuiamo a ripetere, è che una procedura che richiede una commissione a oggi sia del tutto oscura e che i componenti della commissione siano degli sconosciuti.
In merito alle correzioni del decreto che impediva l’accesso degli allevatori ai recinti riservati, i soliti ben informati ci fanno sapere che gli allevatori con tessera Anact potranno accedere per gli altri non si sa.
Riteniamo che questa notizia, se vera, sia un altro strafalcione ministeriale!
Si continua nella totale identificazione degli allevatori solo con l’Anact.
L’Anact è un’associazione, con i suoi pregi e difetti, regolarmente riconosciuta dal Mipaaf ma non è scritto da nessuna parte che abbia il monopolio degli allevatori di trotto italiani.
L’Anact svolge dei compiti per il ministero, senza nessuna gara di aggiudicazione, ed è regolarmente retribuita, oltre ad essere gratificata dai contribuiti coatti previsti dal regolamento.
Se si legge l’articolo 19 del regolamento alla voce allevatori si legge:
“E’ allevatore il proprietario della fattrice al momento della nascita del puledro e come tale è riconosciuto ad ogni effetto, purché iscritto all’Albo degli Allevatori, di cui all’art.. 9 del Disciplinare del Libro Genealogico del Cavallo Trottatore Italiano.”

Quindi in teoria ogni allevatore iscritto all’Albo dovrebbe avere un’attestazione di questo e tale documento dovrebbe essere quello che apre le porte ai recinti riservati.
In più, ma non obbligatoria dovrebbe poi esserci, se un allevatore ha ritenuto idoneo farlo, l’eventuale tessera dell’Anact.
Sarebbe opportuno che il Mipaaf conoscesse il suo regolamento e la smettesse di declinare in modo arbitrario il concetto che allevatori sono solo quelli iscritti all’Anact.

Essere iscritto all’Albo è un obbligo, essere iscritto all’Anact è una scelta, magari utile ma non obbligatoria!

RedBlack

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