Pubblichiamo gli interventi di Cantica, Vittorio Ballardini, Mario Minopoli e Maurizio Mattii rispettivamente sull’Anact, sull’europeismo, sulla recente riunione degli operatrici ippici di Bologna e sulla crisi del comparto.
“Leggo oggi, su una testata on line, l’appello fatto da una allevatore di cavalli trottatori ed eletta nel Consiglio direttivo dell’ANACT, un appello rivolto all’ANACT stessa per la modifica urgente della Circolare di programmazione contenente alcune disposizioni punitive nei confronti degli allevatori. Mi chiedo quale esempio più lampante si possa trovare dell’inefficienza ed inutilità dell’ANACT e dei propri organi direttivi e segnatamente Presidente e Segretario se un membro eletto dagli allevatori stessi nel Consiglio direttivo deve fare un pubblico appello affinché l’associazione in cui è eletto si faccia carico dei problemi degli associati. In alternativa si suggerisce di fare lettera di ringraziamento ….(Cantica)”
“In un mondo che inquinamento e degrado vanno a braccetto si prevede un taglio del 30% delle risorse all’agricoltura e un aumento del 30% alla immigrazione questo nelle previsioni di una Europa sempre più a trazione germanica! Mi spiego: l’agricoltura è natura e non ha mai inquinato semmai arricchisce gli ambienti, mentre immigrazione fatta così selvaggiamente porterà epidemie e inquinamento! Un appello ai futuri politici: non fate passare le previsioni pangermaniche! “(Vittorio Ballardini)
“Buongiorno a tutti, come già mi aspettavo ma il cuore mi diceva di riprovare x l’ennesima volta, non si riuscirà mai ad avere unione, l’umano pensa e tiene più ai propri interessi che a quelli collettivi, quindi in questo caso preferiamo più di morire che al bene comune.
Io per quanto mi riguarda sono stato sempre limpido e trasparente, dicendo con chi mi sono schierato rimango fermo del mio pensiero da sempre, perché ho sempre valutato la figura di Maurizio Mattii, trasparente, leale e competente.
Quindi mi sono schierato già da tempo, ora penso che dovete decidere il restante dove schierarsi, specialmente in questo momento, il modo di pensare e fare è politico, e rimane politico x le persone soprattutto che pensano alle poltrone, io sono nato lavoratore e voglio morire lavoratore, e visto che ieri x l’ennesima volta l’incontro di Bologna non è stato x niente valutato x come io volevo, ho pensato solo ad uscire fuori con educazione.
N.B. Sotto quello che ho fatto subito dopo con l’avvocato Gragnaniello appunto x tirami fuori e rimanere della mia idea.
Ci siamo fatti grandi ed ognuno si deve prendere le proprie responsabilità che siano giuste o sbagliate, io ieri ho solo fermato 1 qualcosa che al nord hanno già deciso e non mi sono preso la responsabilità di decidere il futuro dell’ippica per il centro sud.
In bocca al lupo a tutti
Io vado a lavorare come ho sempre fatto
Buona giornata” (Da Mario Minopoli nel Blog)
Adesso è di moda prevedere chi rappresenterà le categorie del trotto (e il galoppo?) al Mipaaf. Giorgio Sandi, Maurizio Mattii, Valter Ferrero o qualcun altro?
Un non senso.
Che siamo rappresentati male si vede dai numeri. Perdiamo in ricavi dalle scommesse 31.215 euro al giorno rispetto al 2017 quando il minore ricavo giornaliero rispetto al 2016 era già di 23.985 euro. D’altronde ad eccezione dell’Anact le altre sigle che hanno libero accesso negli uffici del Mipaaf non rappresentano che sé stesse, alcune poi sembrano alimentarsi con postepay volontarie e altre entrate che non appaiono in nessun bilancio e denuncia dei redditi.
Un altro avvilente esempio del degrado in cui naviga la nazione.
Le principali associazioni dovranno esprimere con trasparenza una rappresentanza – di personaggi che non abbiano avuto condanne penali, patteggiato e che non pensino solo a cambiare “spacciatore” – capace di proporre un prodotto certificato e contemporaneamente, cosa che al momento non esiste, imporre una rete di scommesse su cui commercializzarlo in termini di assoluta interdipendenza.
Altrimenti grafici, articoli, riunioni, pseudo proclami e altre sparate del genere non saranno altro che menate per coltivare interessi personali antitetici a quelli dell’ippica, speculando sui sacrifici e la dignità di chi non arriva più a fine mese per una crisi etica, tecnica ed economica che ha eroso il sistema sino alle sue radici.
Con 74 milioni di euro di montepremi e una perdita negli ultimi 10 anni dell’80% del fatturato scommesse sprofonderemo in un baratro e i nostri rappresentati apprendisti stregoni dovranno rispondere di essersi svenduti l’ippica solo per cialtroneria, ascesa personale e stupidità. (Maurizio Mattii)