
Portabandiera delle “chiacchiere a vuoto”
“C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d’antico”
Questo è l’incipit della poesia “L’aquilone” di Giovanni Pascoli ma cosa centra tutto questo con l’ippica?
Centra perché da un pò di tempo sulle “piste” dell’ ippica nostrana si sta aggirando chi si propone come “nuovo” mentre è da un bel numero di anni che cerca di arrivare al traguardo.
Il nostro concorrente cerca disperatamente di porsi in prima linea in un ipotetico Gran premio per arrivare come portabandiera degli ippici verso la nuova stagione politica, dimenticando quando intimava alle ricevitorie di cessare la raccolta della tris a favore del SuuperEnalotto.
Invece di mettere la testa sotto la sabbia, continua a farsi portavoce del cambiamento e delle riforme dopo aver fatto di tutto per affossarle.
In principio con una alleanza con i fautori del “nulla deve cambiare” che era stata denominata IHRA, che per un’incomprensibile ragione non aveva nemmeno il nome italiano.
Tutto fu profuso per far fallire il progetto di privatizzazione in nome di una spartizione di poltrone e di interessi che nulla avevano (e nulla hanno) a che fare con il bene dell’ippica.
Dopo aver rottamato il vecchio San Siro, ad oggi ancora in attesa di destinazione, si è dato il via ad un inventato ippodromo di campagna in una città metropolitana.
Le conseguenze di un progetto pasticciato, tecnicamente miope, con strutture inesistenti in un contesto improponibile per un ippodromo di trotto sono evidenti oggi, a tutti.
Cancellazione di un’ottima pista d’allenamento del galoppo e la creazione di un ippodromo impresentabile per Milano, ad oggi classificato come commerciale depredato dei Gran Premi, e con strutture immodificabili (tribune e luci) che ne impediscono la riclassificazione.
Il tutto fatto con approssimazione e rapidamente per sfruttare le deroghe per EXPO, sperando in una speculazione sul vecchio trotter che non è andata a buon fine nonostante le passeggiate in carrozza con assessori, scusate ex assessori, per aver visibilità mediatica.
La lombardia del trotto meritava un progetto di spessore e non di essere usata come trampolino di lancio.
Con gli stessi compagni di viaggio dell’IHRA si è tentato il progetto di TROTTO ITALIA salvo poi accorgersi che esistevano più “posteriori” che poltrone e anche tutto questo è passato in archivio tra invettive e recriminazioni.
Oggi altro giro altro regalo, è uscito dalla porta principale e vuole rientrare dalla finestra sempre per avere una visibilità mediatica che serva a se stesso e non per la filiera, proponendosi come alfiere di un cambiamento che ha contribuito a far fallire.
Povera ippica!
RedBlack
GRAN PREMIO DELLA REPUBBLICA Gr. 3 Mt. 1660 € 33.000
1° 4 TAMURE ROC SANTO MOLLO 11.3
2° 8 URAGANO TREBI’ R. VECCHIONE 11.6
3° 7 STELLA DI AZZURRA A. GOCCIADORO 11.7
4° 6 UNO ITALIA L. BALDI 12.5
5° 2 UMA FRANCIS E. BELLEI 13. 3
Dopo il Costa Azzurra e il Renzo Orlandi, Tamure Roc si afferma anche nel Gran Premio della Repubblica confermando di avere raggiunto la piena maturità. D’altronde è di tutta evidenza che considerati la condizione e il numero di partenza non poteva andare altrimenti.
Come nelle previsioni conquista subito la testa e prosegue a ritmo spedito per rendersi intangibile fin sul palo.
Piuttosto netto il successo di Tamure che in retta d’arrivo lasciava a distanze un ottimo Uragano Trebì che al passaggio davanti le tribune era venuto avanti da dietro e Stella Di Azzurra arroccata alla corda per buona parte del percorso.
Poco da dire se non che al momento la pupilla dei Rocca tra gli anziani è il soggetto che offre la maggiori garanzie soprattutto quando può correre in avanti. Più indietro sono finiti Uno Italia e Uma Francis.
Per la figlia di Exploit Caf e Ema Roc un notevole 11.3 al chilometro che avvicina ma non migliora il record della corsa e dell’ippodromo siglato lo scorso anno da Pancottina Bar.
Fral