
L’ippica ancora una volta dimostra la sua fervida fantasia e la rara abilità di modificare a proprio piacimento dati e fatti.
A oggi per sostenere a gran voce la grande rincorsa di Giorgio Sandi ai vertici ippici scendono in campo i sostenitori che stravolgono la realtà dei fatti.
Si arriva ad addossare la responsabilità della chiusura di San Siro al solo Corradini lasciando a Sandi il merito di aver aperto la Maura.
Ristabiliamo la verità dei fatti: San Siro chiude con il primo gennaio 2013 e tutta la trafila di questa dismissione si svolge durante tutto il 2012.
Orbene Sandi diventa presidente di SNAI il 28 gennaio 2012 e quindi è sotto il suo occhio che si svolge tutta la trafila che porta alla chiusura.
Corradini, all’epoca, è solo il responsabile della Trenno, società di proprietà al 100% di Snai e per questo soggetta al controllo totale di Snai quindi solo un esecutore delle decisioni della stessa.
Quindi Sandi, se voleva, poteva invertire la tendenza ma purtroppo per l’ippica milanese c’era in odore di realizzazione la famosa cittadella dello sport, un intervento speculativo sull’area del trotter.
Registi all’epoca Sandi, l’assessore De Cesaris e sullo sfondo Galliani per il Milan.
Durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo ippodromo, il sempre acuto giornalista della Gazzetta Michele Ferrante pose la fatidica domanda: Ma cosa ne sarà del cadavere della vittima?
Spiegato che la vittima era il vecchio trotter, la risposta agli atti fu che l’area era destinata ad attrezzature sportive (allargamento dello stadio lato Milan), verde per i milanesi e una parte di edilizia “controllata”.
La “vittima” a tutt’oggi è ancora insepolta ed esposta alla vista come una struttura saccheggiata in nome di un utilizzo dei materiali per il nuovo Frankestein chiamato Maura.
Dei registi nessuno è rimasto al suo posto, c’è chi è andato in parlamento (Galliani) chi è ancora disperso in ambito politico (de CESARIS) chi, congedato da SNAI, si è dato all’ippica, nel vero senso della parola, come allevatore, proprietario e gentleman.
Quindi ergersi oggi come paladino del rilancio dell’ippica milanese non risponde alla verità “storica”, l’ippodromo Frankestein/Maura (rileggersi le cronache dell’epoca sul riutilizzo del materiale) è il frutto di scambio per poter monetizzare l’area di San Siro, operazione legittima per Snai ma disastrosa per l’ippica.
Quindi la chiusura di San Siro è stata il primo passo poi il fallimento di IHRA e di Trotto Italia sono seguiti in questi anni e adesso il nuovo tentativo.
Parafrasando il sommo Manzoni “agli ippici l’ardua sentenza”.
RedBlack