“Nel mezzo di cammin di nostra vita mi trovai in una selva oscura e la retta via avevo smarrita”
Cosi inizia la commedia del sommo Dante e così nel mezzo del 2018 proviamo a fare il punto della situazione ippica.
Effettivamente il presente come la selva dell’Alighieri è oscura a metà anno infatti:
- Il calo delle scommesse al totalizzatore è oltre il 15%;
- L’aumento della quota fissa è del 37%;
- La somma dei ricavi delle due voci segna un – 15,88%;
- Con un calo delle risorse di quasi 4,5M per l’ippica;
- L’erario segna un calo delle entrate di circa 2M totali;
- Il grave è che il calo erariale riguarda pure la quota fissa e secondo quanto recita il brillante emendamento fatto approvare da menti illuminate la quota mancante (circa 0,5M in previsione annua) dovrà essere rimborsata all’erario o dagli assuntori o dall’ippica (chi vincerà secondo voi?)
- Gli ippodromi non hanno un contratto;
- Gli ippodromi non hanno ancora visto 1€ del 2018;
- Chi ha partita IVA non ha ancora visto i premi di gennaio;
- Il calendario annuale non è stato emesso;
- Il decreto della remunerazione degli ippodromi non ha ancora visto la luce;
- Il calendario dei GP di trotto emesso con sei mesi di ritardo rispetto a tutti i paesi dell’UET ha sollevato un mare di critiche;
- Il montepremi distribuito a oggi non supera i 36M che su base annua porta a produrre 72M ben distanti dagli 88M previsti;
- Alcuni ippodromi base per l’ippica come Milano, Roma, Napoli sono a rischio chiusura.
Quindi che la selva sia oscura è fuori discussione ora rispetto al divin poeta non dobbiamo perdere, nonostante tutto, la dritta via.
Le pietre angolari annunciateci dai cantori ministeriali a inizio anno erano:
- Riforma scommesse a quota fissa;
- Classificazione ippodromi/remunerazione ippodromi;
- Accorciamento tempo dei pagamenti;
- Calendari annuali e rivoluzionari;
Ne avessero azzeccata una!
Ora si assiste da una parte alla difesa all’ultimo sangue della trincea dei professionisti che come il generale Custer circondato da innumerevoli tribù diverse d’indiani difende il posto al sole, dall’altra, mutuando quanto scritto mirabilmente da italo Calvino, si propone il “cavaliere inesistente” un perfetto cavaliere esteriormente impeccabile, inappuntabile forbito, istruito e ben introdotto ma che al cui interno non esiste nulla, risulta essere una corazza bella ma vuota.
Custer rimane a difendere se stesso, il cavaliere inesistente si prepara ad essere ricevuto a corte (vedi ministro) mentre il piano di mezzo cerca di difendere i privilegi e i posti occupati con cinica perseveranza.
In tutto questo nessuno si pone il problema dell’ippica alla deriva.
RedBlack