“Meglio un giorno da leone che cento anni da pecora“
Questa frase uscita da un anonimo dopo la disfatta di caporetto ed elaborata durante il ventennio è stata metabolizzata da quel grande “filosofo” (certo perché tutti i grandi comici sono dei filosofi) purtroppo morto, Massimo Troisi nel film “scusate il ritardo” (1983) in: non sarebbe possibile 50 anni da orsacchiotto?
Tutto questo calza a perfezione con quanto succede per la remunerazione degli ippodromi.
Si passa dal giorno da leone con i parametri del 2006 usciti dalla fervida mente di Panzironi che glorificavano alcuni ippodromi allargando a dismisura il concetto di popolazione limitrofa all’ippodromo e sorvolando su fantomatici cavalli presenti nei box che da quanto correvano erano invisibile agli umani ma reperibili per i calcoli ministeriali, oppure con piste di collegamento trasformate in piste di allenamento probabilmente certificate dalle stesse persone che sono riuscite a vedere un ippodromo di galoppo mai esistito a Follonica, sorvolando sulla stagionalità che permetteva di guadagnare due mesi di remunerazione correndo il 30 di un mese e il primo dell’altro mese.
E si è arrivati agli anni da pecora con grandi forzature sui calcoli delle scommesse, inventando per far quadrare i conti le giornate virtuali, “trovando” nei cassetti il settore ostacoli ma dimenticandosi del settore sella (anglo arabo), calcolando ad hoc i parametri per gli amici e contro gli altri per accaparrarsi giornate e montepremi, facendo “incazzare” un’intera regione e scontentando una miriade di sindaci.
Ora i beneficiati della prima ora erano insorti sul cambiamento ora la regressione al vecchio fa insorgere i neo beneficiati.
In tutto questo il rilancio dell’ippica a nessuno frega alcunché.
Effettivamente il concetto base rimane “primum vivere deinde philosofare” e, in effetti, le società di corse devono oggi primariamente sopravvivere prima di pensare al futuro dell’ippica nel complesso.
Ci rendiamo conto che trovare l’”orsacchiotto” per ridare un equilibrio è difficile ma se si pensasse agli ippodromi in un contesto di rilancio dell’ippica potrebbe essere possibile certo la partenza dovrebbe essere priva di quei pensatori ministeriali che hanno lasciato impronte ben chiare nelle schede Deloitte e priva anche di rappresentanti di associazioni.
RedBlack