Ieri qualcuno, a commento del discorso del Ministro Centinaio senza accenno ippico, ha ricordato con un po’ di rimpianto i bei tempi andati delle mobilitazioni di massa, oddio masse no ma un po’ di gente sì, del 2012.

Ecco quel richiamo capita proprio a proposito per illustrare come la politica e i fiancheggiatori dell’UNIRE di allora fecero danni devastanti alla filiera che in quell’anno ricevette una mazzata tremenda dal punto di vista finanziario.
Tutta la filiera scese in piazza dopo i tagli sanguinosi operati in finanziaria che di fatto mettevano in ginocchio operatori e ippodromi.
Alcuni fiancheggiatori dell’Unire dell’epoca che tentarono di convincere i colleghi a finire lo sciopero furono costretti a fuggire, non proprio a cavallo ma a cavallo di una moto.
Lo sciopero finì perché i vertici dell’Unire in combutta con il Mipaaf riuscirono a turlupinare i rappresentanti di allora, e in alcuni casi anche di adesso, che erano stati stanziati ben 35M, reperiti attraverso la soppressione di un accantonamento destinato a pagare SOGEI.
Il commissario Unire dell’epoca, fortunatamente oggi in pensione, e il direttore generale, oggi ancora circolante per ippodromi, ben si guardarono dal dire che i 35M smobilizzati in realtà non erano reali, ma solo scritti sulla carta.
Lo sciopero finì i rappresentanti ippici trionfanti furono considerati salvatori della patria così come i vertici Unire che si erano prodigati a reperire i fondi, in questo caso di carta e nemmeno moneta.
Chi sommessamente, avendo letto i bilanci UNIRE, avvisava che era tutto una farsa veniva zittito e additato come pessimista, esattamente quello che succede oggi.
Nessun dirigente UNIRE, oggi trasformati in dirigenti MIPAAF, disse una parola, perché ora come allora, della mancanza di soldi per la filiera a loro non interessa nulla.
Al MEF erano coscienti di questo e guardarono sgomenti l’alterazione della verità e la messa a bilancio di soldi inesistenti e approfondirono come l’Unire potesse avere bilanci in ordine e certificati dal MIPAAF e, infatti, in quei mesi l’UNIRE fu cancellata.
L’aggravante in quell’anno orribile fu che alle aste a settembre fu bellamente sostenuto che i soldi c’erano e si poteva tranquillamente investire.
Dirigenti UNIRE ora MIPAAF, vertici ministeriali bellamente sottoscrissero e approvarono un bilancio in pareggio nonostante il parere contrario del collegio sindacale e della società di revisione che segnalava la presenza di decine di milioni inesigibili.

Come tutti ricordano i premi 2012 furono pagati nel 2015.

Quindi non c è nulla di buono da ricordare nel 2012.

Due cose sono rimaste immutate, la passione e la voglia di ripartire della filiera ippica e una sequenza di personaggi, ora tutti ministeriali che continuano a maramaldeggiare sia tecnicamente sia finanziariamente sulla filiera mentre purtroppo la politica guarda da altre parti più elettoralmente convenienti.

RedBlack

GRAN PREMIO RICCARDO GRASSI Gr. 3  Mt. 1660  € 33.000

1° 3   URAGANO TREBI’        R. VECCHIONE         11.7
2° 1   TANGO NEGRO            G. LOMBARDO Jr     12.0
3° 7   TARANTELLA FERM     Mau. VISCO             12.2
4° 2   TURNO DI AZZURRA    P. GUBELLINI           12.2
5° 6   TIMONE EK                    A. GOCCIADORO     12.3

Che sarebbe stato difficile battere una lepre del calibro di Uragano Trebì l’avevamo messo tutti in preventivo e lui, il figlio di Nad Al Sheba presentato in grandissimo ordine da Holger Ehlert e interpretato con la consueta maestria da Roberto Vecchione, ha confermato quanto ci aspettavamo.
Netta la superiorità di Uragano che dopo un primo giro in 58, sparava un 28.3 per terzo quarto e un 28.4 di chiusura che scavavano un solco tra lui e il secondo arrivato Tango Negro.
Ultimo dei piazzati Timone Ek che rientrava con il nuovo training dei Gocciadoro. Era improbabile che Alessandro Gocciadoro potesse pensare di poter aver ragione di un Uragano facile battistrada facendosela tutta all’esterno, riteniamo pertanto che la condotta del driver emiliano si giustifichi con la volontà di voler valutare in corsa la condizione del figlio di Mr Vic. Dunque il giudizio su Timone è rimandato alla prossima.
Detto dei due che monopolizzavano il pronostico va dato merito al citato Tango Negro di aver sfruttato al meglio il numero alla corda e soprattutto a Tarantella Ferm di aver confermato con un gran finale il successo del Federnat. Al quarto posto, davanti a Timone Ek, finiva Turbo Di Azzurra.

Fral

 

Di

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