Dire delle semplici verità nel mondo ippico non è sempre facile, anche perché alcuni non vogliono proprio sentire nulla che non sia il concetto che hanno in testa.
L’UNIRE non è stata abolita per i perversi fini di chi voleva la privatizzazione, ma è stata abolita perché era un carrozzone dispendioso e onerato da debiti insostenibili.
Un primo tentativo fu abortito con il maldestro salto mortale di trasformarla in un’agenzia (ASSI), idea pensata da quel sottogoverno di tutti i colori politici che amava e ama tanto lo statalismo perché fonte di nomine e posti di lavoro per amici degli amici.
Dopo poco tempo fu abolita e la decisione fu inserita in un contesto legislativo di natura finanziaria cioè redatto e condotto in porto dal MEF.
La ragione era semplice i bilanci si basavano su due direttive: le uscite erano certe e regolarmente (oddio con qualche ritardo) pagate mentre le entrate, o meglio i residui attivi, cioè le cifre che coprivano le spese erano incerte.
Di certo come entrate erano i soldi delle scommesse e il contributo della legge Zaia, mentre continuavano a essere riportati come potenziali introiti voci che non i social ma il collegio sindacale e la società di revisione ritenevano essere inesigibili.
Attraverso la soppressione fu lasciata la faraonica sede, fu chiusa la sede di Pomezia di Unirelab, e i dipendenti, ad eccezione dei dirigenti, hanno subito un taglio al proprio stipendio nelle parti accessorie.
Sicuramente la parte dirigenziale, entrata in epoca panzironiana, ha accolto di controvoglia il tutto e difende il rimanere al MIPAAF come l’ultima trincea possibile, prima di doversi confrontare con una realtà lavorativa reale.
In poche parole al 31 dicembre 2012 il bilancio UNIRE/ASSI era chiuso in pareggio a poco più di 200M e a gennaio, esattamente il 31, un decreto che oltre a sottrarre 18M all’ippica in modo permanente (e qui era l’unica zozzeria) certificava l’ammanco di 95M che l’ippica ha pagato quasi tutto di tasca propria (60M) e di fatto sanciva l’incapacità amministrativa dei vertici UNIRE e dei loro sostenitori e soprattutto la volontaria miopia del MIPAAF che nulla aveva obiettato a quei bilanci.
E qualcuno si chiede come mai il MEF vuole togliere l’ippica al MIPAAF? Dopo che questo Ministero, come le tre scimmiette, ha chiuso bocca, orecchie e occhi a quanto succedeva?
Certo il piano di mezzo con il tacito consenso di una parte della sinistra sta ora traccheggiando silurando tutti i progetti di riforma perché spera di riprodurre una nuova Unire con tanti bei concorsi, sedi faraoniche in conto a pantalone.
Lo spauracchio che i più cinici dei sostenitori dello statalismo sbandierano è che le risorse senza lo stato finiranno!
Ma non si sono accorti che in sette anni (2011-2018) l’ippica è stata dimezzata e che ogni anno il MEF taglia le risorse senza che il MIPAAF possa fare alcunché?
Dove sono le certezze di rimanere in un Ministero lento per le pratiche amministrative ed incompetente per la parte tecnica (per essere buoni) ed impotente nella difesa dei soldi per l’ippica?
Qualcuno sostiene che farà di tutto per non uscire dal ministero esattamente come il passeggero che rifiuta di abbandonare la nave che affonda perché avendo pagato il biglietto pretende di essere portato a destinazione, buona fortuna.

RedBlack

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