Come abbiamo sempre detto ogni volta che il MIPAAF scrive s’impara sempre qualcosa, che di solito avvalora l’impressione che l’unica via di salvezza per l’ippica sia di scappare dal ministero.
Nella documentazione presentata dal MIPAAF (senza firma) in occasione dell’ultima udienza in CAUTELARE della discussione al TAR in merito al montepremi delle regioni Marche Umbria Abruzzo (all.to 1), si legge:
“il MIPAAF negli anni ha attuato una razionalizzazione del numero di giornate di corse a seguito del drastico calo delle nascite dei cavalli scese dal 2006 ad oggi nella disciplina del galoppo del 70% circa e nella disciplina del trotto del 37% circa.
L’Amministrazione ha predisposto il calendario, atto fondamentale per l’organizzazione delle gare ippiche, ponendosi come obiettivo quello di assicurare non solo il miglioramento della selezione dei cavalli da corsa, ma anche, specie nell’attuale periodo di crisi del comparto ippico, e la massimizzazione dei proventi derivanti dalla singola competizione ippica italiana.”
Quindi la crisi dell’ippica è causata dalla filiera che non fa nascere cavalli e non li compra.
Mentre il “povero” MIPAAF fa di tutto attraverso la sua sagace programmazione per massimizzare i proventi!
Nemmeno Ionesco il vate del teatro dell’assurdo poteva scrivere un copione di questo livello!
I risultati parlano chiaro la programmazione del MIPAAF ha portato un calo delle scommesse dal 2012 al 2018 continuo, progressivo e valutabile al 15-20% annuo con un danno certo alla filiera e all’erario.
Di questo purtroppo nessuno chiederà conto agli estensori dei calendari ma anzi questi hanno la sfrontatezza di scrivere che la colpa è solo del calo dei cavalli.
Anzi la ciliegina sulla torta dello spregio del ministero nei confronti della filiera è il nascondere il calo del montepremi dall’anno scorso.
Scrivono infatti:
“……..l’entità del montepremi, che risulta per tabulas sostanzialmente immutata negli anni 2017 e 2018.”
Tutta la filiera ha toccato con mano il calo del montepremi sulla propria pelle e quindi proponiamo che anche gli stipendi dei dirigenti rimangano sostanzialmente identici a quello dell’anno scorso attraverso un taglio del 10% con accredito differito di 150 giorni sui loro conti.
Un’ultima annotazione viste le cifre pubblicate sulle scommesse a quota fissa apparse sui social.
Risultano scommessi circa 83M in aumento rispetto al 2017, a noi spassionatamente di quanto rimane alle agenzie interessa poco il punto è che rispetto all’anno scorso hanno guadagnato di più mentre l’ippica ad oggi segnala un calo delle disponibilità di circa 3M per il 2019 e non ci pare un bel risultato.
RedBlack
All.to 1
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