Tutto quello che scrive il MIPAAFT con cospicuo uso d’inchiostro sotto il titolo “decreti” sembra scritto sulla carta ma in effetti è scritto nel vento.

Quanto promettono i calendari, viene cancellato dopo poco.

La classificazione e la relativa remunerazione degli ippodromi sono fumo spinto dal vento.

I comunicati che invitano a rispettare i decreti sulle date di rinnovo delle licenze (novembre 2018) vengono sbugiardate dai giapponesi cantori che ribadiscono le date di marzo 2019.

Le promesse di pagamento degli ippodromi sono favole o meglio racconti del terrore.

Così con un’imbarazzante perdita di credibilità nel solo mese di agosto vengono di fatto cancellati gli ippodromi di Capalbio e Napoli galoppo e Taranto e Napoli trotto.

A settembre con calendari ancora nella testa di chi sa chi, c’è già un avvertimento che Roma galoppo e trotto rimarrà chiusa se non ci saranno pagamenti o quantomeno un contratto da sottoscrivere entro il 20 agosto e tutto questo è difficilissimo.

E in mancanza dei pagamenti altri seguiranno.

Per i giapponesi cantori facciamo inutili allarmismi perché tutto va meraviglia esattamente come i pagamenti in realtà un disastro.

E’ interessante vedere che un filo logico esiste ed è una volontà di controllo dell’ippica e per ottenerlo il comparto deve rimanere in un sottoscala buio della burocrazia pubblica dimagrito da tagli e riduzione delle risorse, scientificamente perseguito, soffocato economicamente da rigide lentezze nei pagamenti così da far scappare tutte le persone che ambiscono a un rilancio tecnico ed economico del comparto.

Tutto questo, se la gerarchia burocratica ha un senso, deve essere fatto risalire al dott. Abate che persegue un progetto chiaro e preciso sfruttando fino ad oggi l’ignavia e l’incapacità dei politici MIPAAFT della passata legislatura (Martina e Bianchi) che hanno bloccato ogni tentativo di rilancio.

E adesso?  La chiusura è con le parole finali di VIA COL VENTO: “domani è un altro giorno e si vedrà”.

RedBlack

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