
GRAN PREMIO CITTA’ DI MONTECATINI Gr. 1 Mt. 1640 € 132.000
1 URAGANO TREBI’ R. VECCHIONE
2 UP RIGHT BI R. ANDREGHETTI
3 DEIMOS RACING E. BELLEI
4 ARAZI BOKO A. GUZZINATI
5 DIJON R. DERIEUX
6 SUPERBO CAPAR Fr. FACCI
7 PANTERA DEL PINO Renè LEGATI
8 TARIM Fed. ESPOSITO
9 SUGAR RAY G. P. MINNUCCI
FINALE
1° 1 URAGANO TREBI’ R. VECCHIONE 11.3
2° 4 ARAZI BOKO A. GUZZINATI 11.4
3° 7 PANTERA DEL PINO René LEGATI 11.8
4° 5 DIJON R. DERIEUX 12.1
5° 8 TARIM Fed. ESPOSITO 12.2
Un Città di Montecatini segnato prima della finale dalla debacle della favorita Tamure Roc nella prima batteria e dell’altrettanto netto favorito della seconda Timone Ek.
La sessantaseiesima edizione del Città di Montecatini se la aggiudica Uragano Trebì che aveva vinto la seconda batteria in 11.9 e poi aveva scelto il numero uno per la finale, quel numero che, visto come sono andate le cose, gli ha permesso di vincere.
In partenza era veloce Arazi Boko che dal quattro convergeva immediatamente alla corda attaccato da Superbo Capar che sbagliava nel tentativo di scavarsi un posto in scia al figlio di Varenne. A quel punto Arazi andava del suo pungolato da Up Right Bi fino all’imbocco della retta d’arrivo, dove Uragano trovata la destra libera andava sull’allievo di Gocciadoro interpretato da Andrea Guzzinati per averne ragione nettamente in prossimità del palo mentre Dijon in schiena a Up Right Bi non riusciva a rendersi pericoloso. Terzo finiva una positiva Pantera Del Pino. In errore oltre a Sugar Ray in partenza, Superbo Capar in prossimità del paletto dei duecento, lungo il percorso si eliminava anche Deimos Racing che aveva vinto la prima batteria grazie a una gran guidata di Enrico Bellei. In conclusione onore a Ehlert che con Uragano Trebì e Pantera del Pino vince la sfida con Bondo che in finale presentava Deimos Racing, Up Right Bi, Tarim e Sugar Ray.
Fral
Tempi duri per i cantori, sostenere le scelleratezze del Mipaaft non è facile
Meglio tardi che mai.
Anche chi negava l’evidenza ha preso atto che qualcosa non funziona.
La richiesta d’anticipare i pagamenti dei rinnovi al 30 novembre è un atto, tecnicamente corretto ma criminale riguardo alla situazione economica della filiera.
Anticipare di 150 gg i pagamenti obbligando, di fatto, a due corresponsioni in un anno (marzo e novembre) a fronte di ritardi di 180 giorni della riscossione dei premi è un atto di cieca ottusità burocratica.
Chi ci accusava di fare terrorismo ora si accorge che l’anticipo è realtà e ne chiede il posticipo.
Si chiede un rinvio di un fatto che per loro non esisteva e per un problema, i ritardi dei pagamenti, che per i richiedenti è un fatto anch’esso inesistente poiché pubblicano un singolo pagamento a 120 giorni come un successo.
La negazione della realtà aiuta a ingraziarsi i ministeriali ma di fatto porta la credibilità a quota zero.
E del Preu ancora nessuna notizia.
RedBlack